La psicoterapia cognitiva neuropsicologica (PCN) si colloca come un’evoluzione della psicoterapia cognitiva e della quale mantiene i presupposti di interdisciplinarietà e verificabilità scientifica.
A partire da questi presupposti nasce l’incontro con i mondi delle neuroscienze, della psicologia sperimentale della medicina e delle teorie filosofiche ermeneutiche-fenomenologiche proprie di alcuni grandi filosofi del nostro tempo: Heiddeger, Merleau-Ponty, e Paul Ricoeur.
La psicoterapia cognitiva neuropsicologica (PCN) si pone come un punto d’incontro tra le scienze naturali che indagano sull’uomo mediante un’approccio in terza persona (cioè inquadrandolo entro categorie stabilite) e le categorie filosofiche che lo vedono invece incarnato (perché dotato di un’organismo con il suo fisiologico funzionamento) e situato (perché immerso in un determinato ambiente).
L’obiettivo del lavoro psicoterapico è avvicinarsi quindi ad un approccio in prima persona, volto a comprendere il malessere e il disagio della persona; una persona che deve essere compresa nel proprio modo di vivere e fare esperienza, di essere all’interno di un mondo fatto di contesto, di cultura e relazioni.
IL cambiamento sarà quindi a livello esperenziale e non linguistico e gli interventi saranno rivolti alle differenti modalità di fare e raccontarsi l’esperienza.
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